Dimitris Pikionis e l’idea delfica

Può un architetto che ha progettato pochissimo in vita, essere considerato un punto cardine della ricerca architettonica del 900?

Molti hanno tentato di rispondere a questa domanda chiedendosi se Dimitris Pikionis, architetto greco nato nel Pireo nel 1887, e fuori dalle cerchie comuni del Modernismo e della professione possa di diritto essere considerato un maestro dell’architettura moderna. Letterato, pittore di formazione, abilissimo disegnatore, fu instradato alla professione dell’architettura dal padre che non lo voleva artista tout-cort. Si laureò in ingegneria civile, ma ben presto capì che la sua strada era la pittura e l’arte.

Dichiarati ed esplici i suoi riferimenti pittorici: DeChirico e Cezanne, nei suoi viaggi giovanili a Parigi e Monaco Pikionis incontrò De Chirico, e di lui ebbe a dire, dopo aver conosciuto la sua opera: “la realtà mi sembrò insignificante e volgare, nella luce apocalittica della sua (di DeChirico) esaltata teoria”. Pikionis primo e unico testimone della nascita della metafisica. E molti suoi disegni e opere pittoriche hanno tratti metafisici e surrealisti (fig. 1), che si avvicinano anche a Savinio.

Fig. 1 D. Pikionis, Inspire by Attica.

Una metafisica ancorata al mito, agli dei alla Grecia. Già, una terra particolare in cui il paesaggio brullo e aspro i cui rapporti spaziali sono molto violenti, i contrasti assoluti, e la presenza umana è scarsa. E nascosti nell’orografia vi si trovano molti luoghi in cui vive il sacro, piccole chiese raggiungibili solo a piedi, isole con un unico tempio, forse gli dei hanno scelto proprio quel luogo per manifestarsi: le forti pendenze creano luoghi sospesi tra cielo e terra: “metafisica e surrealismo, qui dei e demoni sono di casa”.

La Grecia dunque, anche come luogo di incotro tra Oriente ed Occidente, Pikionis nei suoi scritti ribalta il luogo comune dell’opposizione Oriente ed Occidente, entrambe, dice, sono culture urbane: Atene, Roma, Costantinopoli ma anche Pechino sono culture stanziali urbane, il nord è stato molto più nomade nella storia. E con l’idea di Splengler ritrova un nesso comune tra le varie tradizioni: esiste un sostrato comune che rende le costruzioni popolari in legno della Grecia, affini a quelle giapponesi nei moduli proporzionali e nell’essenzialità delle partiture interne.

Luogo di una universalità più profonda la Grecia, diviene il centro di una nuova rinascita. Dopo il periodo di decandenza sotto l’impero ottomano il paese, cerca il riscatto, un gruppo di intellettuali guidati dal poeta Anghelos Sikeliano si riuniscono in una comunione d’intenti: far rivive negli anni 1920-30 l’utopia dell’Idea Delfica. Questo ideale riunisce molte arti ed artisti, e era teso ad esaltate l’antico mito greco. Isadora Duncan ha un rapporto particolare con questo movimento e la sua rivoluzione tersicorea, famose sono le fotografie di Nellys in cui alcune ballerine tra le quali la stessa Duncan, ballano tra le rovine

dell’Acropoli (fig. 2).

Fig. 2 Nelly, Festival Delfico

Sikelianos organizza due festival delfici sulle rovine di Apollo: si trattava di rappresnetazioni teatrali ed eventi sportivi realizzati nel luogo che sembrava, al poeta, fosse presente lo spirito proprio degli antichi. Non erano semplici eventi turistici ma happening in cui far rivivere la sacralità dello spirito del luogo.

Da uno scritto di Sikelianos:

“L’insieme delle ramificazioni del pensiero e dell’agire greco non è noto. Tuttavia, in ogni nazione, è stato scritto a sufficienza da studiosi di Arte, Scienza, Religione, Filosofia, Politica, Economia, da rendere evidente che le nostre radici sono, in qualche misura, anche le loro. Inoltre, l’antico sito di Delfi è stato per secoli, ed è tuttora, un centrostrategico tra nord e sud, che collega l’Europa centrale con il Mediterraneo. […] Delfi è quindi il luogo destinato alla costruzione di un nuovo Tempio; non uno con colonne di marmo, ma un tempio le cui fondamenta siano Istruzione, Economia e Giustizia per l’intero pianeta.”

Dimitris Pikionis non è estraneo a questo movimento e comincia a disegnare architetture per un centro Delfico, (fig. 3).

Fig.3 D. Pikionis, Disegno per un centro Delfico.

Si trattava di un piccolo insediamento atto a tradurre in costruito l’idea Delfica, un intreccio di strade e dislivelli che riprendono la tradizione costruttiva popolare greca e, lo abbiamo già accennato, la cultura giapponesi. Pikionis non è il primo intellettuale greco ad abbracciare questa idea, anche Nikolas Kazantzakis, l’autore di “Zorba il greco”, romanzo da cui fu tratto il celebre film, scriveva in quegli anni un romanzo di ambientazione orientale. Il centro Delfico rimarrà un’idea un ipotesi di città, o meglio cittadina ideale, utopica, il cui privilegio spetta all’insieme dei rapporti più che all’unità. E già nei disegni di Pikionis per il centro Delfico si intravvede quel procedimento che farà poi parte integrante del progetto per la passeggiata verso l’Acropoli, il suo più riuscito lavoro, secondo il quale la parte, la singola inquadratura paesaggistica fa parte di un montaggio, ma non per questo è meno importante. Da uno scritto di Pikionis: “Non esiste nulla di isolato, ma tutto è parte di un’universale Armonia. Tutte le cose si compenetrano, l’una nell’altra, e l’un l’altra patiscono, e l’un nell’altra si trasformano. E non è possibile complenderne una, se non attraverso le altre.”

Espicito è il riferimento alla Teoria Generale del Montaggio in cui Ejzenstajn, citando l’opera: “Storia dell’architettura” di Choisy, descrive il suo percorso tra gli edifici dell’acropoli: ogni inquadratura fa parte di una composizione e non è meno importante del montaggio.

Pikionis si misurerà con la concezione urbana anche in un altro lavoro, rimasto purtroppo anche esso sulla carta: la città di Aixoni . Una città in cui dovevano coesistere studio e lavoro artigianale alla ricerca dell’ideale greco e, attraverso di esso quello di un sapere universale. Numerossimi sono i disegni che Pikionis farà per questa città cui si dedicherà per parecchi anni, con scrizzi sempre più simili a seguenze di film, in cui l’abitante della città esplora un luogo ancora “virtuale”. (fig4-5)

Fig. 4 D. Pikionis, Disegno per la città di Aixioni. Residenza

.Fig. 5 D. Pikionis, Disegno per la città di Aixioni.

Ma l’opera per la quale Pikionis passa alla storia è il lavoro per gli accessi all’Acropoli al Filoppappo e ai luoghi archeologici circostanti. Sono ancora in corso gli scavi archeologici e man mano che si trovano reperti urge un ripensamento, chi meglio del professor Pikionis uomo di cultura e attento al patrimonio storico e paesaggistico poteva essere scelto dalla Sezione del Ministero dei Lavori Pubblici di Atene.

L’incarico gli viene affidato nel 1954, (fig. 6-7-8) e diventa finalmente l’occasione per redere effettive le sue teorie sulla storia, sulla natura sul paesaggio, sull’urbano.

Fig.6 D. Pikionis, Pavimentazione della passeggiata all’Acropoli

Fig.7 D. Pikionis, Pavimentazione della passeggiata all’Acropoli

Fig.8 D. Pikionis, Pavimentazione della passeggiata all’Acropoli

Un luogo pieno di contraddizioni ai suoi piedi il rumore del traffico, salendo il silenzio del luogo sacro, città e natura, uomo vs macchina. A questo punto l’opera segue il poeta, la poesia che faticosamente ha nutrito e perseguito Pikionis. Si tratta anche di un discorso di metodo e disciplina, dapprima molti disegni preparatori, del progetto, molto curati e studiati fin nel minimo dettaglio, poi anche la sua presenza in cantiere, pronto a seguire e risolvere lì sul posto gli imprevisti: un pietra che non si può tagliare come da progetto viene ripensata e ricollocata. Un lavoro molto preciso che avvicina l’architto alla sacralità del luogo. Dalla relazione di consegna della sovraintendenza si legge: “In particolare i lavori venivano realizzati con particolare attenzione e cura e non sulla base di disegni e modelli prefissati, ma in seguito a direttive date sul posto da chi si occupava dello studio architettonico, della supervisione dei lavori, e della responsabilità per essi, il professor D. Pikionis che improvvisa sul posto le forme definitive.”

Ma al di là del metodo è il risultato che è sbalorditivo, un persorso fatto di scqarci, visuali e angoli di paesaggio che, paradossalmente sono stati studiati fin nel minimo dettagli per avere quella spontaneità che riaffiora nello spirito del luogo. Storia, mito e modernità si fondono nella natura, anche la vegetazione è progettata e studiata, ora purtroppo a distanza di 60 anni poco mantenuta.

Poi la pavimentazione enuciato della teoria dei tracciati armonici (fig 9) che accompagna tutta la vita di Pikionis diviene tela in cui disegnare l’astrattismo intriso di storia, ecco l’evocazione di Klee o Kandinsky, ancora poco conosciuti in Grecia.

Fig.9 D. Pikionis, Pavimentazione della passeggiata all’Acropoli. Dettagli.

Quale miglior conclusione delle parole dello stesso Pikionis per terminate questa breve introduzione alla sua opera: “Arrivai al punto di individuare la tradizione di tutto il mondo come uniforme e rispettosa dei principi immutabili del tempo (i principi della tradizione sono eterni, le forme variano). La mai impressione era che dovevo immergermi nella singola e individuale tradizione del mondo. Già da giovane individuai l’unità universale di questa tradizione… qui volevo immergermi, volevo calarmi nella sua marea, nuotarci come una trota. Certo non si possono ignorare del tutto le differenze individuali, ma sotto loro è possibile rilevare una fondamentale dominante. Tra la Frigia, la Persia e la Caria, tra la Cina e l’India c’è unità latente come pure una mistica identità. Questa qualità di eternità rappresenta un fatto fondamentale. Le differenze sono immateriali, e l’essenza è data da una identità profonda e interiore.”

Bibliografia:

A. Ferlenga, Le stade di Pikionis, 2014 Lettera ventidue edizioni, Siracusa.

A. Ferlenga, Pikionis 1887-1968, Electa Mondadori, 1999

N. Cosentino (a cura di), “Controspazio” 5/1991, dedicato a Dimitris Pikionis

S. Eisenstain, Teoria Generale del Montaggio, Marsilio Venezia 2004 N. Kazantzakis, Zorba il greco, Crocetti, Milano 201

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.